Domenica, 23 Gennaio 2011 14:49

Sulle donne e dintorni

Scritto da  Gerardo

Con grande piacere, a ideale continuazione del brano Sulle donne - Riflessioni di mezza estate, pubblichiamo il nuovo e pungente intervento di Anna Maria Franchi sulla condizione femminile.
Buona lettura!



Ritorno, a distanza di alcuni mesi, su un tema che mi è caro. Ci ritorno alla luce di quanto sta emergendo, in questi ultimi giorni, dalle cronache giornalistiche e televisive italiane (con ripercussioni, purtroppo, anche all’estero) a proposito di quello che ormai è noto a tutti come “lo scandalo Ruby”. Lo spaccato che scaturisce dalle intercettazioni degli inquirenti milanesi, che indagano su presunti reati di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile a carico del premier Silvio Berlusconi, e in cui altri personaggi sono coinvolti, è degradante e umiliante.
Si è toccato il fondo. Tanto che persino i vertici della Chiesa, rompendo (tardivamente!) la tradizionale cautela che ha contrassegnato i rapporti tra il Vaticano e questo governo (impegnati in reciproci scambi di favori) e dopo che il Quirinale aveva espresso pubblicamente la sua preoccupazione, hanno fatto sentire la loro voce per manifestare un senso di “turbamento” e richiamare ad “una più robusta moralità” e ad “un senso di giustizia e legalità”. Sorprende come, malgrado questo severo richiamo, esponenti della maggioranza che militano in movimenti come Comunione e Liberazione o che si richiamano comunque a valori cattolici, continuino a difendere strenuamente il premier, sospendendo su di lui ogni giudizio morale in nome di un malinteso senso della privacy.
A proposito del premier e del suo rapporto con le donne, mi ero già espressa nell’intervento di luglio, e qui non posso che confermare quel giudizio, avvalorato, caso mai, da altri indecenti particolari che affiorano sulla sua vita privata.
Vorrei invece soffermarmi sulla componente femminile. Che dire dello stuolo di giovani o giovanissime (probabilmente anche minorenni) donne che ruotano intorno ad un uomo anziano ma ricchissimo e potente? Che dire della loro spregiudicatezza, della loro sete di denaro, del loro venir meno a qualsiasi senso di dignità e di decoro per compiacere in tutti i modi un uomo che può facilmente spianar loro la strada dell’agiatezza, del successo, della televisione o, perché no, della carriera politica? Che dire, anche, come sembra emergere, di quei genitori che approvano incondizionatamente i comportamenti delle figlie, pensando esclusivamente ai vantaggi che esse possono trarne? Vittime, tutti, di un modello devastante di società o attori consapevoli e cinici volti solo al raggiungimento di un’utilità immediata a prescindere dal degrado che questa può comportare? E se in un paese maschilista come il nostro il comportamento del premier suscita spesso, e neanche tanto velatamente, l’invidia di altri uomini, che pensano le “altre” donne italiane?
Fortunatamente non mancano, in questi giorni, segnali di reazione indignata e di protesta. Significative, fra le altre, le parole dell’avvocato Giulia Bongiorno, Presidente della Commissione Giustizia della Camera, che in un intervento ieri su “la Repubblica” così si è espressa: “…Berlusconi, con le sue parole e i suoi comportamenti, ha inferto una ferita a tutte le donne italiane: alle donne che studiano e lavorano (spesso percependo stipendi inadeguati o, come nel caso delle casalinghe, senza percepirli affatto), a tutte noi che facciamo fatica un giorno dopo l’altro; alle donne che per raggiungere ruoli di rilievo non soltanto a certe feste non ci sono andate, ma hanno semmai dovuto rinunciare a vedere gli amici; a quante, invece di cercare scorciatoie, hanno percorso con dignità la strada dell’impegno e del sacrificio… A ciascuna di loro – nel momento in cui le donne vengono scelte e “premiate” in base non al merito ma a qualcos’altro che con la professionalità, l’impegno, l’intelligenza ha poco o nulla a che fare – è stata riversata addosso l’inutilità del loro sacrificio. Brucia questa ferita…Sono le donne che per prime devono farsi forti della loro dignità e della consapevolezza del loro valore…per esprimere a voce alta lo sdegno che questa mentalità suscita…”.
Condivido pienamente queste opinioni. Le donne italiane, ma non solo loro, le istituzioni italiane, il popolo italiano, l’Italia, meritano di meglio.

Anna Maria Franchi
(22 gennaio 2010)

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